BIANCO E NERO - Mostra d'Arte Contemporanea

A cura di Giovanna Cardini

Opere di David Glauso, Gerardo Ernesto Moran, Giovanni Ricci, Massimo Turlinelli

 

Il nero come segno, come nota. E il bianco come spazio, come intervallo.
Kandinsky ha definito il nero un nulla senza possibilità, una pausa conclusiva; e il bianco un nulla giovane, che agisce sull’anima come il silenzio. La fine e l’inizio di ogni cosa.
Bianco è il foglio sul quale tutto può essere rappresentato; nero esprime l’essenza dell’esperienza, sia essa scrittura, musica, pittura o fotografia.
Dalla combinazione dei due colori che si alternano nasce un particolare ritmo che consente ora all’uno ora all’altro di dominare, semplificando e sottolineando l’unità di ogni composizione.
Il bianco è la più luminosa combinazione dei rossi, dei gialli e degli azzurri più chiari e il nero è la combinazione dei rossi, dei gialli e degli azzurri più scuri, scrive Van Gogh.
Il nero e il bianco, dunque, non sono assenza di colore: sono colori neutri, adatti
a dar risalto alla forma.
Il bianco e nero evoca l’architettura dell’essere, afferma Rodney Smith.
Rigorosamente nero su bianco, le opere presenti in questa mostra sono il frutto di un’appassionante ricerca condotta da quattro artisti che, con tecniche e metodo diversi, mantengono al centro del loro interesse l’interpretazione della realtà agita attraverso un’astrazione cromatica che la trasforma continuamente.
Giovanissimo artista emergente, Gerardo Ernesto Moran utilizza la penna biro per disegnare misteriosi e geniali assemblaggi di forme dalle quali ne nascono altre, all’infinito.
Massimo Turlinelli, esperto cultore della matita colorata, usa in questo contesto solo la nera grafite per tracciare figure riconoscibili nei contesti più improbabili.
David Glauso ci offre in visione alcuni dei suoi raffinatissimi scatti, sospese memorie di azioni che appartengono alla vita di tutti i giorni.
Giovanni Ricci, infine, presenta con la sua toccante installazione l’idea paradossale di una staticità dinamica, realizzata attraverso il muto dialogo fra opposti.
Il bianco e il nero, non esistendo in natura, permettono di costruire ogni volta un nuovo discorso fatto di pieni e di vuoti, di ombra e di luce, di presenza e assenza.
Un discorso che diventa storia per lo spettatore, che guarda e riposa nel bianco, fantastica sul nero, ritorna al bianco e da lì ancora al nero. E danzando, si vede.

 

Giovanna Cardini (Firenze, Ottobre 2014)

 

opere in mostra

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